Duc in altum!
Chissa' quante volte abbiamo fatte nostre queste parole invitando i nostri
fedeli ad una fede piu' autentica e ad una testimonianza piu' fervorosa. Forse
ci siamo anche industriati per costruire la barca di un progetto pastorale,
sulla quale far navigare le buone intenzioni. E' certo un invito rivolto non a
navigatori solitari o ad avventurieri in cerca di gloria, pronti a tutto, pur
di arrivare per primi. Il problema non sta nel salire su una barca, fosse
anche la piu' comoda e sicura, ma, di salire su quella giusta sulla quale lo
spazio a disposizione e' forse minore e, sulla quale, piu' che i nocchieri,
siamo chiamati a fare i rematori. Se dobbiamo avventurarci nel
vasto oceano del nuovo millennio, nessuno puo' illudersi di navigare da
solo.
Siamo tutti sulla medesima barca ed ognuno e' chiamato a fare la propria parte
come mebro di un equipaggio, con la convinzione che il bello stile, da solo,
non allontana dalla riva. La tentazione di remare da soli o di scendere
dalla barca, ci condurrebbe a condividere la dolorosa e mortificante
esperienza di Pietro, che, nelle acque del mare di Galilea, ha il coraggio di
gettare le reti, ma, non la propria presunzione.
Questo principio esprime il Papa nella Novo Millennio Ineunte, esorta i
Pastori delle Chiese particolari a sintonizzare "Le scelte di ciascuna
Comunita' diocesana con quelle delle Chiese limitrofe e con quelle della
Chiesa universale". Tale sintonia incoraggiata dal lavoro collegiale
svolto dai vescovi, nell'ambito delle Conferenze episcopali e dei Sinodi, e'
purtroppo ancora estranea alla prassi pastorale degli organismi che
rappresentano le chiese locali. Per tale motivo gli Uffici missionari
diocesani e gli organismi missionari della nostra regione, devono sviluppare
il desiderio di collaborare, mettendo il seme della propria esperienza e delle
singole iniziative, nel terreno campano reso fertile dal sacrificio dei
martiri e dall'ardore di tanti missionari. La Commissione Regionale per la
Cooperazione missionaria tra le Chiese, e' lo strumento che, la Chiesa
italiana propone alle diocesi, agli istituti e agli organismi missionari,
perche' l'impegno missionario si compia nella comunione ecclesiale ed esprima
la piu' efficace capacita' di animazione e cooperazione. Riprendendo
l'immagine iniziale, potremmo definirla la barca comune, nella quale tutte le
componenti missionarie imparano a remare insieme, condividendo sforzi e idee,
collaborando nella promozione di temi e iniziative nazionali. Gli incontri
della nostra commissione, sono, pero', spesso disertati dai responsabili della
pastorale missionaria. Cio' non puo' non suscitare perplessita' e tristezza:
l'impegno missionario non puo' e non deve essere attraversato da fremiti
autarchici, ne, essere mortificato da un disarmante monocromatismo. Stessa
sorte ha per altro subito il recente incontro nazionale dei direttori
diocesani, tenutosi a S. Giovanni Rotondo che, per quanto ci riguarda, non ha
ricevuto la dovuta attenzione. E pensare che la scelta di tale luogo voleva
favorire la partecipazione delle diocesi meridionali! Da tali considerazioni,
nasce il bisogno di fornire la nostra commissione, di strumenti che
favoriscano l'interazione tra gli organi missionari, quali il sito internet
(di prossima presentazione) e questo foglio di collegamento, lampada delle
tante risorse missionarie e delle numerose iniziative che, posta sopra il
moggio, puo' illuminare e stimolare il lavoro dei direttori diocesani e di
tutti gli operatori della pastorale missionaria. La stessa
commissione,inoltre, negli ultimi mesi, ha dato vita ad una segreteria
operativa che collabora con il vescovo delegato ed il sacerdote incaricato
ed e' rappresentativa delle diverse aree geografiche della nostra regione.
Dovendo comunicare il vangelo in un mondo che cambia, dobbiamo avere il
coraggio di lasciarci cambiare dal Vangelo, assumendo nuovi stili di
lavoro, nella consapevolezza che "le vie sulle quali ciascuno di noi, e,
ciascuna delle nostre Chiese,cammina, sono tante, ma non vi e' distanza tra
coloro che sono costretti insieme dall'unica comunione" (Novo millennio
inenunte, 58).
Don Alfonso Raimo, l'incaricato regionale